
3à parte La nostra storia
LA NUOVA SEDE
I benefici effetti prodotti dal servizio prestato dall’Asilo si rivelarono presto superiori ad ogni aspettativa, infatti si trova scritto nella storia della Congregazione delle Suore di carità di A. Prevedello;
«L’asilo fu ben presto frequentato da duecento bambini e se ne videro tosto i vantaggi nella formazione di quei piccoli, non più sudici e svogliosi dispersi per le vie, ma lindi e pronti, impegnati con tanto amore nei semplici doveri della scuola ed affezionati teneramente alla famiglia. E così dopo pochi anni i locali a disposizione dell ‘Istituzione si rivelarono insufficienti.
Per tale motivo il segretario don Domenico Caproni, a nome della Direzione, chiese alla Rappresentanza Comunale di provvedere alla costruzione di una nuova aula nonché di un locale per la scuola di cucito presentando pure un progetto ed un preventivo dì spesa di Corone 4.000. Questa richiesta non venne accolta «per le notevoli spese già in corso» come risulta dal verbale della sessione del 28 giugno 1894, Per la scuola di cucito venne suggerito di chiedere al Decano, a titolo provvisorio «un locale del Ricreatorio parrocchiale».
Permanendo il problema della carenza di spazio, dopo cinque anni la stessa Direzione proponeva alla Rappresentanza Comunale la costruzione dì una nuova ed indipendente sede con il concorso del Comune.
Non veniva chiesta la copertura dell’intera spesa, ma solo un adeguato contributo finanziario, segno questo che si sapeva di poter contare sulla collaborazione della popolazione e su aiuti di generosi benefattori.
Chi ha steso questi cenni storici ha saputo dal proprio padre, allora ventenne, che un gran numero di persone prestarono gratuitamente la loro opera per lavori vari mettendo pure a disposizione carri e buoi per il trasporto del materiale da costruzione.
Ritenendo valida e giustificata la nuova proposta, nella sessione del 15 febbraio 1900, la Rappresentanza Comunale istituì un Comitato composto dai signori Riccardo Grigolli (Podestà), Luigi Chizzola e Luigi Sandrinelli con il compito di far predisporre entro il 15 marzo due distinti progetti: uno per una sede per il solo Asilo e l’altro subito abbandonato per un unico edificio dove sistemare assieme l’Asilo e le Scuole.
Venne inoltre promesso alla Direzione una sovvenzione annua dì Corone 800 «fino all’estinzione del debito che avrebbe contratto per la nuova costruzione». Questa sovvenzione venne convalidata dalla Rappresentanza Comunale nella sessione del 5 gennaio 1901 e il Podestà ebbe a dichiarare «Che il fabbricato delle scuole verrebbe liberato dalla servitù passiva sullo stesso gravante per disposizione testamentaria dei defunto don Luigi de Salvadori; che il Comune verrebbe ad usufruire di tutti i locali, cortili ed orti goduti ora dall’Asilo; che per i vantaggi che ne deriverebbero al Comune venendo trasformato il lascito in altro edificio, la Sovvenzione accordata non è certo troppo gravosa».
Un primo progetto venne esaminato dalla Rappresentanza Comunale nella sessione del 4 aprile 1902, ma non approvato perché ritenuto «troppo dispendioso rispetto alle forze del paese» e quindi restituito al Comitato perché fosse riveduto in modo da contenere la spesa nel limite di Fiorini 22.000 (44.000 Corone).
Ridimensionato il progetto, si presentò il problema del luogo dove costruire l’edificio.
Due le località proposte: «Tremberie» e «Polissani». Comitato e Direzione, non riuscendo a trovare un accordo, demandarono la scelta alla Rappresentanza Comunale che trattò il problema nella seduta del 9 luglio 1902.
Anche in questa sede i pareri risultarono discordi.
Si dichiararono apertamente contrari alla località Polissani il Podestà Riccardo Grigolli «perché quel terreno per la sua altezza di fronte al canale dello scolo dell’acqua della contrada e dei cortili di Prearua mancava di idonea pendenza» e Giovanni Grisi «perché la spesa per la costruzione in quel luogo sarebbe maggiore di Corone 15.000, importo che la Direzione non sarebbe in grado di reperire».
Si dichiararono favorevoli alla località Polissani Paride Rizzardi «perché quel terreno a suo avviso, benché rosso, si adattava benissimo ed era abbastanza pendente per lo scolo dell’acqua» e Dalla Bona «perché quel luogo è più centrivo».
Alla fine si convenne di procedere alla scelta mediante votazione segreta e con 12 voti, su 20, fu scelta la località di Tremberie.
Superato così anche questo problema, nella sessione dell’il febbraio 1903, la Rappresentanza Comunale concesse al Comitato ed alla Direzione:
– metri quadrati 5.238, pari a pertiche 1.455, al prezzo di Corone 3 la pertica, del fondo della Primissaria di San Giacomo in località Tremberie;
– tre spine d’acqua con portata di litri 12 al minuto, da prelevare dall’acquedotto di Prearua;
– lo scarico nel Cameras a mezzo di tombino su terreno comunale;
– garanzia per un prestito di Corone 16.000 presso la Cassa Rurale, da ammortizzare utilizzando il sussidio annuo di Corone 800, già concesso nella sessione del 5 gennaio 1901.
Inoltre si metteva a disposizione della Direzione, per le spese di gestione, gli interessi attivi di «un fondo intangibile di Corone 30.000 depositato presso la Cassa Rurale al 4,5%, ridotto poi nel 1903 a Corone 376,45.
Risolti così tutti i problemi, alle ore 2 pomeridiane del 5 aprile 1903 poté avere luogo la cerimonia della benedizione e posa della prima pietra, cerimonia alla quale venne invitato il Podestà e tutta la Rappresentanza Comunale.

In soli venti mesi l’opera fu portata a termine ed il 23 dicembre 1904 il Podestà «a nome di tutta la Rappresentanza Comunale porgeva i ringraziamenti al Comitato per l’avvenuta fabbricazione dell’Asilo ed in particolare al Presidente Francesco Tomasi, giudice e Consigliere provinciale».
Il rev. don Giacomo Caproni, che tanto lavorò per l’istituzione ed alla quale lasciò pure in eredità un fondo in località Poz, non poté vedere ultimata la nuova sede perché nel frattempo deceduto.
L’ORFANOTROFIO FEMMINILE
E INIZIATIVA PER UNO MASCHILE
Nell’anno 1906, su proposta del decano mons. Germano Rossi, venne istituito presso l’Asilo un Orfanotrofio femminile ed una scuola di cucito. Questo è confermato da Orazio Chizzola nel suo opuscolo su Mori là dove scrive: «Al Giardino d’infanzia era unita una scuola di cucito alla quale si iscrivevano ogni anno 25 fancìulle; aggregato ad esso era pure l’orfanotrofio con 10 orfane». Altra conferma viene dall’art. 1 della seconda convenzione con la Congregazione delle Suore di Carità datata 14 aprile 1906 dove è scritto: «La Superiora Generale si impegna a fornire una Superiora, due suore per l’Asilo ed una per la scuola di cucito ed Orfanotrofio come pure due sorelle».
Durante il periodo bellico 1915/1918 le orfane, in numero di sette, vennero inviate in Austria assieme alle suore e sistemate, prima a Lilienfeld e poi a Braunau. Ritornarono a Mori, dopo il restauro dell’edificio, nel mese di aprile 1919.
L’orfanotrofio femminile restò in attività solo fino al 1925/26.
Nello stesso 1919, come risulta dal verbale della sessione del 19 settembre della Rappresentanza Comunale, si presentò la possibilità di istituire, sempre presso l’Asilo anche con l’ampliamento dell’edificio, un Orfanotrofio maschile e ciò grazie ad un sussidio di Lire 10.000 elargito dal Comitato di beneficenza pro Territori Liberati di Palermo per l’interessamento di una certa signora Giulia Montanari.
Questa iniziativa non potè aver compimento e perciò la Rappresentanza Comunale nella sessione del 10 ottobre 1921 deliberò di evolvere l’intera somma «ad altra benefica Istituzione locale».
